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14 Febbraio 2007

La storia di Shay

attention.gif Paolo mi ha mandato questa bellissima storia via email. In rete gira già da un pò ti tempo, non si sa chi sia l'autore.


Ad una cena di raccolta fondi per una scuola che serve i disabili mentali, il padre di uno degli studenti fece un discorso che nessuno di coloro che partecipavano avrebbe mai dimenticato.

Dopo aver lodato la scuola e il personale dedito, fece una domanda:

“Quando non ci sono influenze dall'esterno, la natura di tutti è perfetta. Mio figlio Shay, tuttavia, non può imparare le cose che imparano gli altri. Non può capire le cose come gli altri. Dov'è l’ordine naturale delle cose, in mio figlio?â€

Il pubblico fu zittito dalla domanda. Il padre continuò.

“Io ritengo che, quando un bambino come Shay, fisicamente e mentalmente handicappato viene al mondo,si presenta l’opportunità di realizzare la vera natura umana, ed essa si presenta nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino".

Poi raccontò la storia che segue:

Shay e suo padre stavano camminando vicino a un parco, dove c’erano alcuni ragazzi che Shay conosceva che giocavano a baseball. Shay chiese:
“Credi che mi lascerebbero giocare?â€

Il padre di Shay sapeva che la maggior parte dei ragazzi non volevano un ragazzo come lui nella squadra, ma comprendeva anche che se al figlio fosse stato permesso giocare, la cosa gli avrebbe dato un senso di appartenenza di cui aveva molto bisogno, e un po’ di fiducia nell’essere accettato dagli altri, nonostante i suoi handicap.

Il padre di Shay si avvicinò a uno dei ragazzi sul campo e chiese se Shay poteva giocare, non aspettandosi un granché in risposta.

Il ragazzo si guardò attorno, in cerca di consiglio e disse:
“Siamo sotto di sei e il gioco è all’ottavo inning. Immagino che possa stare con noi e noi cercheremo di farlo battere all’ultimo inning".

Shay si avvicinò faticosamente alla panchina della squadra, indossò una maglietta della squadra con un ampio sorriso e suo padre si sentì le lacrime negli occhi e una sensazione di tepore al cuore.

Il ragazzo vide la gioia di suo padre per essere stato accettato.

In fondo all’ottavo inning, la squadra di Shay ottenne un paio di basi, ma era ancora indietro di tre. Al culmine del nono e ultimo inning, Shay si mise il guantone e giocò nel campo giusto.

Anche se dalla sua parte non arrivarono dei lanci, era ovviamente in estasi solo per essere nel gioco e in campo, con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all’altro, mentre suo padre lo salutava dalle gradinate.

Alla fine del nono inning, la squadra di Shay segnò ancora.

Ora, con due fuori e le basi occupate, avevano l’opportunità di segnare la battuta vincente e Shay era il prossimo, al turno di battuta.

A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay e perso l’opportunità di far vincere la squadra?

Sorprendentemente, a Shay fu assegnato il turno di battuta.

Tutti sapevano che gli era impossibile colpire la palla, perché Shay non sapeva neppure tenere bene la mazza, per non dire cogliere la palla.

Comunque, mentre Shay andava alla battuta, il lanciatore, capendo che l’altra squadra stava mettendo da parte la vincita per far sì che Shay avesse questo momento, nella sua vita, si spostò di alcuni passi per lanciare la palla morbidamente, così che Shay potesse almeno riuscire a toccarla con la mazza.

Arrivò il primo lancio e Shay girò la mazza a vuoto.
Il lanciatore fece ancora un paio di passi avanti e gettò di nuovo lentamente la palla verso Shay.
Mentre la palla era in arrivo, Shay girò goffamente la mazza, la colpì e la spedì lentamente sul terreno, dritta verso il lanciatore.

Il gioco avrebbe dovuto finire, a quel punto, ma il lanciatore raccolse la palla e avrebbe potuto facilmente lanciarla al primo che copriva la base e squalificare il battitore.

Shay sarebbe stato fuori e questo avrebbe segnato la fine della partita.

Invece, il lanciatore raccolse la palla e la lanciò proprio al di là della testa del primo in base, fuori dalla portata dei compagni di squadra.

Tutti quelli che si trovavano sugli spalti e i giocatori cominciarono a gridare:
“Shay, corri in prima base! Corri in prima!â€

Shay non aveva mai corso in vita sua così lontano, ma riuscì ad arrivare in prima base.
Corse lungo la linea, con gli occhi spalancati e pieno di meraviglia. Tutti gli gridarono:

“Corri alla seconda, alla seconda, ora!â€

Trattenendo il fiato, Shay corse ancor più goffamente verso la seconda, ansimando e sforzandosi di raggiungerla.

Quando Shay curvò verso la seconda base, la palla era fra le mani del giocatore giusto, un piccoletto, che ora aveva la possibilità per la prima volta di essere lui l’eroe della propria squadra.
Avrebbe potuto lanciarla alla seconda base per squalificare il battitore, ma comprese le intenzioni del lanciatore e anche lui gettò intenzionalmente la palla in alto, ben
oltre la portata della terza base.

Shay corse verso la terza base in delirio, mentre gli altri si spostavano per andare alla casa base.

Tutti gridavano: “Shay, Shay, Shay, vai Shay".

Shay raggiunse la terza base, quello opposto a lui corse per aiutarlo e voltarlo nella direzione giusta, e gridò:

“Shay, corri in terza! Corri in terza!â€

Mentre Shay girava per la terza base, i ragazzi di entrambe le squadre e quelli che guardavano erano tutti in piedi e strillavano:
“Shay, corri alla base! Corri alla base, sali sul piatto!â€

Shay corse, salì sul piatto e fu acclamato come l’eroe che aveva segnato un ‘grand slam’ e fatto vincere la sua squadra.

Quel giorno, disse il padre a bassa voce e con le lacrime che ora gli rigavano la faccia, i ragazzi di entrambe le squadre aiutarono a portare in questo mondo un pezzo di vero amore e umanità.

Shay non superò l’estate e morì in inverno, senza mai scordare di essere stato l’eroe e di aver reso suo padre così felice, e di essere tornato a casa nel tenero abbraccio di sua madre per il piccolo eroe del giorno!

E ora, una piccola nota alla storia:
Noi tutti spediamo migliaia di barzellette per e - mail senza pensarci due volte, ma quando si tratta di inviare un messaggio sulle scelte di vita, la gente ci pensa due volte prima di condividerlo.

Nel cyberspazio circolano liberamente le oscenità, le volgarità e le scene crude, ma le discussioni pubbliche sulla decenza vengono troppo spesso soppresse nelle scuole e sui posti di lavoro.

Se state pensando di inoltrare questo messaggio, con ogni probabilità state filtrando le persone sulla vostra lista dei contatti, distinguendo fra quelle ‘appropriate’ e quelle che no.

Bene, la persona che ve l’ha inviato ritiene che tutti possano fare la differenza.

Noi tutti abbiamo ogni giorno mille opportunità di aiutare a realizzare “l’ordine naturale delle cose".
Tutte le interazioni apparentemente futili fra due persone ci presentano un’opportunità:
passeremo questa piccola scintilla d’amore e umanità o perderemo l’opportunità di illuminare la giornata di coloro che sono meno abili di noi, e lasciare il mondo più freddo, nel farlo?

Un saggio una volta disse che ogni società viene giudicata da come tratta i propri membri meno fortunati.

Descrizioni usate nelle foto: 
Postato da: Etnablog in Varie alle 18:11

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Commenti:

ciao a tutti.
ho letto anch' io questa e-mail.
Dopo alcuni giorni dalla lettura
la mia prof di lettere
ha letto in classe un appunto su questo testo.
Trovo il racconto di Shay molto interessante,
ha un fine che tutti noi dovremmo imparare;
Perchè tutti noi dobbiamo imparare
ad accettare le persone,anche se diverse da noi.
Penso che sia un' ottima cosa far girare
tramite e-mail e internet questo racconto,
soprattutto per il messaggio che manda alle persone.
E' un racconto che potrebbe far pensare un po' di più
alle persone che non si trovano accettate nel mondo
Tutti noi possiamo fare la differenza.
Tutti noi dobbiamo aiutare le persone che ci circondano,
che siano bianchi,neri,rossi,gialli(...),
perchè in realtà esistono solo due tipi di uomini:
quelli buoni nel cuore,generosi e altruisti,
e quelli avari,peropotenti e perfidi.
Ho finito.
scusate se vi ho annoiato,
alla prossima,
Laura.

 

Postato da: LauraR il 15 Dicembre 2008 alle 20:03

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